

Scoperti disegni fantasma nella Cappella Brancacci a Firenze
Foglie, vegetazione e raggi dorati invisibili a occhio nudo
Una natura lussureggiante, foglie di fico a coprire le nudità, raggi dorati che fuoriescono dalla porta dell'Eden: sono alcuni dettagli, invisibili a occhio nudo, scoperti nelle due scene della Genesi nel ciclo pittorico affrescato da Masolino, Masaccio e Filippino Lippi nella Cappella Brancacci, situata nella Chiesa del Carmine a Firenze. Il ritrovamento si deve all'uso di sofisticate tecnologie di indagine diagnostica e al lavoro di esperti, compresi i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La campagna di studi senza precedenti, sostenuta da Friends of Florence e Jay Pritzker Foundation, è stata coordinata da Sabap di Firenze e delle provincie di Prato e Pistoia e il Cnr con l'Istituto di scienze del patrimonio culturale, l'Istituto di ottica (Cnr-Ino) e l'Istituto di scienze e tecnologie chimiche 'Giulio Natta' (Cnr-Scitec) in collaborazione con Comune di Firenze, Opificio delle Pietre Dure. Hanno inoltre collaborato altre istituzioni, tra le quali l'Università di Firenze e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) di Mendrisio. Le analisi sul ciclo pittorico hanno messo in evidenza, nelle Storie della Genesi, la presenza di una fitta vegetazione e di inedite foglie di fico e di melo a coprire le nudità di Adamo ed Eva. Tali interventi non sono riconducibili agli interventi censori del 1642, poi rimossi durante i restauri degli anni '80, assicurano gli esperti del Cnr. Nella scena della Tentazione di Adamo ed Eva di Masolino da Panicale, sono emerse evidenze di un prato lussureggiante, alberi e vegetazione sullo sfondo tra i volti di Adamo ed Eva. "Tali evidenze sono il risultato dell'impiego di sofisticate strumentazioni oggi disponibili: il macro-XRF che ha permesso di realizzare, su superfici pittoriche estese, mappe di elementi chimici, quali l'arsenico, individuato nel giallo di orpimento, pigmento applicato a secco anche in miscela con blu di indaco o oltremare naturale per ottenere il verde su sfondo a nero carbone; tale tecnica era già stata usata da Beato Angelico e Taddeo Gaddi", spiega Cristiano Riminesi del Cnr-Ispc. Lo stesso pigmento è usato da Masaccio per accentuare l'effetto della luce dei raggi provenienti dalla porta del paradiso terrestre da cui vengono cacciati Adamo ed Eva. I raggi originariamente dorati erano avvolti da una nube anch'essa dorata, emblema della luce divina, elementi dipinti sempre con giallo di orpimento. La prossina indagine consisterà nel capire come mai queste decorazioni non sono più visibili a occhio nudo.
L.Winkler--NRZ